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TRA PIXEL E PENNELLI. COM’È STATO IL 2021 PER IL MONDO DELL’ARTE?

By Dicembre 26, 2021Gennaio 10th, 2022No Comments

Quest’anno nonostante il disagio per le lunghe chiusure di gallerie, musei, fiere, per i viaggi limitati e tante incertezze sul futuro, abbiamo comunque respirato aria di transizione e cambiamento, sperimentato nuovi modi di fruire l’arte e la socialità tanto aspettata.

Forte interesse verso gli artisti emergenti, verso le nuove tecnologie e le tematiche sociali e ambientali. Ma soprattutto, grande novità che entra a “gamba tesa” sono i vari tipi di vendite digitali che hanno portato cambiamento e sperimentazione nel collezionismo.

E così ci sembra di assistere a un momento storico, la nascita di una nuova forma d’arte:

NFT ovvero non-fungible token.

Queste vendite hanno acceso i riflettori sul mercato della cryptoart, portando a un vero e proprio boom degli NFT, opere crittografate e autenticate tramite la tecnologia blockchain. Ma la vera e propria svolta per le vendite di questa nuova forma d’arte è stato il momento del passaggio della forma di pagamento da criptovaluta a carta di credito, permettendo a un pubblico più vasto d’acquistare con facilità queste creazioni digitali.

La moda degli NFT ha permesso di ampliare il pubblico degli offerenti coinvolgendo anche giovani generazioni di collezionisti e/o esperti di tecnologia.

Tra le sorprese del 2021, Beeple – artista che si è guadagnato il primo posto di Art Review Power 100 ed è diventato il terzo artista vivente con il top record più elevato dopo Jeff Koons e David Hockney.

L’opera “Everydays: The First 5.000 Days” all’asta online di Christie’s – prima casa d’aste internazionale a offrire un’opera NFT – ha raggiunto la cifra record di 69,3 milioni di $.

Beeple, “Everydays: The First 5.000 Days”, NFT

Non è la sua unica opera andata in asta: il 9 novembre da Christie’s “Human One” – una scultura ibrida composta da schermi a Led e immagini che si evolvono nel corso del tempo – ha raggiunto i 28,9 milioni di $.

Beeple, “Human One”, scultura ibrida

Oltre a Beeple, diversi artisti hanno venduto opere su blockchain per milioni di dollari.

CryptoPunks, progetto NFT creato da Larva Labs, è una collezione d’arte di 10.000 immagini e una delle prime in circolazione.

Questi personaggi digitali unici sono stati venduti a maggio da Christie’s a 14,5 milioni di $ e raggiunto un fatturato complessivo annuo di 29 milioni di $.

“CryptoPunks” 58, 603, 768, tre dei nove lavori venduti come un singolo NFT per $16,962,500 l’11 maggio 2021 da Christie’s New York

Anche gli NFT della serie Bored Apes Yacht Club su piattaforma Ethereum sono stati uno dei maggiori successi di cryptoart. In settembre, le due collezioni Bored Apes messe all’asta NFT organizzata da Sotheby’s e composte da 101 pezzi ciascuna hanno generato rispettivamente 24,39 e 1,83 milioni di $.

“Bored Apes Yacht Club”, NFT

Questa nuova modalità d’arte potrebbe anche rappresentare un importante ponte tra presente e passato come nel caso degli Uffizi, che hanno proposto al mercato contemporaneo di possedere in esclusiva un capolavoro della loro collezione.

La versione digitale del Tondo Doni di Michelangelo è stata creata grazie al brevetto dell’azienda italiana Cinello (venduta a 240mila€), che metterà in vendita anche altre opere di grandi maestri come Leonardo, Caravaggio e Tiziano.

Michelangelo, “Tondo Doni”, versione NFT

Tutta un’altra cosa rispetto alle cifre altissime versate per l’acquisto di scimmiette colorate.

 

GIOVANI EMERGENTI:

Un altro trend fortissimo del 2021 è stato il grande apprezzamento degli emergenti che raggiungono prezzi da maestri affermati per nomi ancora non troppo conosciuti.

Contesi e ricercatissimi, nelle aste di quest’anno alcuni giovani artisti emergenti hanno brillato ottenendo risultati sbalorditivi, una tendenza che rispecchia l’andamento di un mercato dove una nuova generazione di artisti si sta imponendo.

Una su tutti Flora Yukhnovich (1990) che ha superato i 2 milioni di £ nell’asta londinese di Sotheby’s lo scorso 14 ottobre. Ma la lista di giovani stelle – molte al femminile – è lunga: tra loro Avery Singer, che ha superato i 4 milioni di $, Christina Quarles (1985), Shara Hughes (1981) con il suo record di asta 1.482.000$, anche Jadé Fadojutimi (1993) 877.000$, , Ewa Juszkiewicz 730.800$ …per citare alcuni nomi caldi di quest’anno.

Flora Yukhnovich, “I’ll Have What She’s Having”, 2020

Olio su lino, 169 x 220 cm

Christina Quarles, “Common Ground (Worlds Apart, Miles Away) », 2016

Acrilico su tela, 127 x 101 cm

Avery Singer, “Untitled”, 2018

Acrilico su tela, 216 x 241 cm

 

Shara Hughes, « Inside Outside », 2018.

Olio e acrilico su tela, 198 x 167.5 cm

ALTRI RECORD INTERESSANTI:

 Era nell’aria il nuovo record per Banksy, che con “Love is in the Bin” ha raggiunto i 18,5 milioni di £ all’asta londinese di Sotheby’s di ottobre.

L’opera, diventata performance – in origine “Girl with Balloon” – autodistrutta poco dopo l’aggiudicazione a 1,1 milioni di £ all’asta Sotheby’s del 2018.

Record per l’autoritratto di Frida Kahlo “Diego y yo” (1949) battuto per 35,8 milioni di $ durante la Modern Evening Auction di Sotheby’s New York.

Una cifra che segna anche il record assoluto per un artista latinoamericano e si posiziona al secondo posto per l’opera più costosa venduta in asta di un’artista donna.

Sul podio dal 2014 c’è Georgia O’Keeffe con “Jimson weed/White flower no.1”, aggiudicata per 44,4 milioni di $ sempre da Sotheby’s New York.

Frida Kahlo, “Diego y yo”, 1949

Olio su tela, 30 x 22,4 cm

Sicuramente Resterà nella storia la vendita della Macklowe Collection proposta da Sotheby’s, una delle più importanti collezioni private americane andata in asta in seguito al divorzio dei due coniugi.

Guanti bianchi per le 35 opere di maestri europei e americani del ‘900 e una serata newyorkese che ha segnato il record di vendita più alta mai realizzata nella storia di Sotheby’s: 676,1 milioni di $.

          Jackson Pollock, “Number 17”, 1951

Smalto su tela, 148,6 x 148,6 cm

Agnes Martin, “Untitled #44”, 1974

Acrilico e matita su tela, 182,9 x 182,9 cm

Mark Rothko, “No.7”, 1951

Olio su tela, 240,7 x 138,7 cm

PER LE CASE D’ASTA È STATO UN ANNO MAGNIFICO:

Sotheby’s nel 2021 ha raggiunto il fatturato record di 7,3 miliardi di $, il più alto in 277 anni di attività.

Girano voci che Patrick Drahi starebbe valutando un’offerta pubblica iniziale (IPO) per la casa d’aste, mossa che segnerebbe il ritorno della società in borsa a meno di tre anni da quando il magnate l’ha acquistata per circa 3,7 miliardi di $.

Bene anche per Christie’s che tocca i 7,1 miliardi di $ – l’ammontare più elevato degli ultimi 5 anni.

Phillips durante le aste di novembre a New York Phillips ha segnato il totale più alto della sua storia, quasi 140 milioni di $, merito degli artisti giovani.

Sicuramente questi risultati sono stati favoriti dalla straordinaria vendita della collezione Macklowe, composta da opere che indubbiamente hanno un valore indiscutibile, ma anche dalla crescente popolarità degli NFT, il cui valore credo debba essere rivisto e aggiustato, almeno per determinate opere.

 

MERCATI PROTAGONISTI?

Hong Kong, al centro di un mercato asiatico sempre più solido e attivo, si è affermata come la seconda città al mondo per l’arte contemporanea dopo New York, svolgendo un ruolo di acceleratore per i più importanti giovani artisti e per la promozione di arte contemporanea e ultra contemporanea.

Anche Seoul è in fortissima espansione, il debutto di Frieze Seoul a settembre e la recente apertura di molte importanti gallerie internazionali come König, Pace, Perrotin, Thaddaeus Ropac, Gladstone e Lehmann Maupin darà ancora più slancio al mercato della capitale sudcoreana.

Un altro fattore attraente per la crescita è il regime fiscale agevolato: Seoul non addebita tasse di importazione sull’arte e non c’è nessuna imposta sulle vendite di opere con valore inferiore ai 55.000$.

Tutti elementi che faranno di Seoul sempre più una protagonista del mercato.

 

LE MIE MOSTRE PREFERITE DEL 2021:

« Elles font l’abstraction », Centre Pompidou. Curatrice Christine Macel

Bellissima rassegna sull’apporto delle donne all’astrattismo attraverso 106 artiste e più di 500 opere, dal 1860 agli anni ’80 del ‘900.

Oltre ai nomi storicizzati, la mostra ha valorizzato anche il lavoro di artiste poco note svelando contesti, ricerche individuali e di gruppo includendo anche le arti decorative, la fotografia, il cinema, la danza.

Tra le artiste in mostra: Louise Bourgeois, Rosemarie Castoro, Georgiana Houghton, Verena Loewensberg, Helen Frankenthaler, Elaine de Kooning, Lee Krasner, Saloua Raouda Choucair, Regina Cassolo Bracchi, Dadamaino, Carla Accardi, Giannina Censi e tante, tantissime altre.

Mostra magnifica!

Lynda Benglis durante una performance, 1970

Joan Mitchell, “Mephisto”, 1958

Véra Pagava, “La Grande Ville”, 1959

Paola Pivi, “25.000 Covid jokes (It’s not a joke)”

Sul Covid si è scherzato in tutto il mondo nel tentativo di sdrammatizzare la paura e affrontare una situazione condivisa a livello globale.

Paola Pivi ha raccolto 25.000 barzellette provenienti da diversi Paesi creando alla Chapelle de la Vieille Charité di Marsiglia un incredibile mosaico di immagini e parole.

Brillante idea di testimonianza tragicomica dei tempi surreali di lock-down, in stile leggero e piacevole di Pivi.

 

“Arc de Triomphe, Wrapped”, Christo e Jeanne-Claude

25.000 metri quadri di tessuto argentato hanno ricoperto l’Arco di Trionfo di Parigi, portando a termine l’ultimo progetto dell’artista scomparso nel 2020, un sogno che Christo ha inseguito per 60 anni.

Questa installazione sicuramente ha rinforzato ancora di più il mercato della coppia di artisti di origine Bulgara.

Domenico Gnoli – Fondazione Prada, Milano, visibile fino al 27/2/2022

Una grande retrospettiva – l’ultimo progetto concepito da Germano Celant – che celebra l’artista romano scomparso prematuramente.

Le opere intense ed enigmatiche di Gnoli mostrano la bellezza e la poesia degli oggetti quotidiani e sembrano volerci svelare il segreto delle cose. beh, come si dice: “il diavolo è nei dettagli.

Una mostra davvero spettacolare.

 

 “Shine” Jeff Koons – Palazzo Strozzi, Firenze

Palazzo Strozzi ci offre un bellissimo viaggio nel mondo di Jeff Koons con una retrospettiva che porta a Firenze una selezione delle opere più celebri dell’artista americano. A cura di Arturo Galansino e Joachim Pissarro.

Come sempre Galansino riesce a divertirci e sorprenderci con mostre di alto livello, con impronta educativa, facile da comprendere per ogni fascia d’età. Bravò!

Breath Ghosts Blind – Maurizio Cattelan, a cura di Roberta Tenconi e Vicente Todolì, fino al 20 febbraio 2022.

“Non c’era nessuno, in Italia, in grado di competere con Anselm Kiefer. Nessuno, tra i contemporanei, ha una visione così monumentale”. Queste le parole di Carlo Vanoni per descrivere “Breath Ghosts Blind”, monografica di Maurizio Cattelan all’Hangar Bicocca.

Un progetto site-specific che affronta temi come la fragilità della vita, la memoria e il senso di perdita.

 

L’unico peccato è rivedere per la terza volta i piccioni come metafora, rinominati da “Tourists” 1997 a “Others” 2021, poi “Ghosts” 2021….

Del resto Cattelan va forte.

ANNE IMHOF, “Nature Mortes” Palais de Tokyo, Paris

Anne Imhof ha creato un’opera totalizzante e polifonica fondendo spazio e corpi, musica e pittura.

All’interno della struttura del Palais de Tokyo, l’artista ha inserito un labirinto di pareti in vetro che hanno frammentato lo spazio e generato nuove prospettive tra dipinti, installazioni, disegni, video, audio e sculture, invitando 30 artisti di grande rilevanza a dialogare tra di loro.

Una mostra molto potente!

 

Stop Painting – Fondazione Prada, Venezia.

Tutti avrebbero dovuto visitare questa mostra concepita dall’artista Peter Fischli, una profonda riflessione su alcuni momenti cruciali nella storia dell’arte negli ultimi 150 anni.

Partendo dall’invenzione della fotografia, il progetto evidenzia 5 rotture radicali – tra fattori tecnologici e sociali – che hanno portato al rifiuto o alla reinvenzione della pittura.

 

NUOVI TREND/ PREMIATI NEL 2021:

La rivalutazione di artiste donne e artisti afroamericani è in atto già da qualche anno ed è un segnale di progresso che si è finalmente esteso anche ai vertici delle istituzioni culturali.

Anche nel 2021 (per il secondo anno consecutivo) sono molte le donne e/o BIPOC* alla guida di importanti musei e iniziative artistiche, penso che questo trend avrà una continuazione anche nei prossimi anni.

Così come un altro trend che si sta delineando riguarda i collettivi artistici, sempre più presenti nel panorama dell’arte contemporanea anche in ruoli di prestigio.

È il caso degli indonesiani Ruangrupa, che l’anno prossimo cureranno la 15ª edizione di Documenta a Kassel, inseriti al 3º posto nella classifica di Art Review Power 100.

Non sono gli unici presenti nella graduatoria: al 12º posto compaiono gli indigeni australiani Karrabing Film Collective e al 19º i Forensic Architecture.

 

CHANEL NEXT PRIZE 

È un nuovo premio internazionale fondato dalla maison francese per promuovere e sostenere i talenti emergenti, per sperimentare nuove forme di creazione artistica e incoraggiare la fluidità tra diverse forme d’arte.

I vincitori – che rappresentano 11 Paesi e discipline che abbracciano design, cinema e arti visive – sono: Jung Jae-il, Keiken, Lual Mayen, Marlene Monteiro Freitas, Rungano Nyoni, Precious Okoyomon, Marie Schleef, Botis Seva, Wang Bing, Eduardo Williams.

Ognuno riceverà un premio di 100.000€ e il supporto di esperti selezionati dal brand.

Chanel inoltre collaborerà alla programmazione di mostre con diverse istituzioni come il Centre Pompidou, l’Underground Museum di Los Angeles e il GES-2 di Mosca, aperto di recente.

      FOTO: Precious Okoyomon, artista e poeta con sede a New York, che ha vinto il Frieze Artist Award 2021. É noto per le sue installazioni immersive che esaminano il mondo naturale e i suoi legami con le vicende razziali.

TURNER PRIZE

È la prima edizione del Turner Prize a non includere artisti singoli ma solo collettivi.

I vincitori – Array Collective – sono un gruppo di artisti di Belfast e i primi dell’Irlanda del Nord a vincere il prestigioso riconoscimento.

L’opera, un pub irlandese ricostruito negli spazi della galleria, riflette sul tema dell’inclusività senza barriere o distinzioni.

Array Collective, vista dell’installazione vincitrice

PRIX MARCEL DUCHAMP

Lili Reynaud-Dewar ha vinto il 21º Prix Marcel Duchamp 2021 con un progetto dedicato a Pier Paolo Pasolini incentrato sulla relazione tra il corpo e la politica.

Installazione di Lili Reynaud-Dewar

MAXXI BULGARI PRIZE

Assegnato a Tomaso De Luca con l’opera “A Week’s Notice”, un’installazione video che si è distinta per il coinvolgimento etico, sociale e politico.

Quest’anno per la prima volta sono state acquisite tutte e tre le opere dei finalisti (Giulia Cenci, Renato Leotta), entrate a far parte della collezione di arte contemporanea del Museo Maxxi di Roma.

Tomaso De Luca, “A Week’s Notice”, installazione video

 

Nonostante l’anno incerto, ci sono state parecchie aperture di nuovi centri d’arte e musei:

 Nuova vita per la Borsa di Commercio di Parigi, che da maggio ospita un nuovo museo d’arte contemporanea e la collezione di Francois Pinault – più di 10.000 opere di circa 350 artisti provenienti da tutto il mondo.

In programma tante mostre e progetti in situ nell’edificio restaurato da Tadao Ando già diventato una meta irrinunciabile per gli appassionati d’arte.

M+

Aperto a novembre, il museo M+ di Hong Kong è il più grande polo per l’arte contemporanea dell’area asiatica, un’istituzione culturale che rispecchia l’identità internazionale del territorio su cui sorge.

La collezione M+ è interdisciplinare e nei suoi spazi include 33 gallerie, 3 cinema, una mediateca, un giardino pensile e una facciata a Led per la proiezione di immagini in movimento visibili anche dal lungomare.

Non sono mancate polemiche su eventuali censure da parte delle autorità cinesi, che nel 2020 hanno introdotto leggi molto severe sulla sicurezza nazionale limitando sensibilmente alcune libertà fondamentali.

GES-2 MOSCA

Il progetto di Renzo Piano ha ridato vita a una vecchia centrale elettrica, trasformandola nella nuova sede della V-A-C Foundation, istituzione d’arte contemporanea fondata dall’oligarca russo Leonid Mikhelson.

Aperto a dicembre, questo spazio multidisciplinare riprende l’idea della Casa della Cultura e ospita al suo interno cinema, sale concerti, aree per workshop e sale espositive, tutto nel segno della sperimentazione.

ACADEMY MUSEUM OF MOTION PICTURES

Diverso continente, stesso architetto: c’è la firma di Renzo Piano anche a Los Angeles per il più grande museo al mondo dedicato al cinema, un viaggio alla scoperta dei film e delle star di Hollywood che hanno fatto la storia.

DEPOT BOIJMANS VAN BEUNINGEN

A Rotterdam il primo deposito d’arte al mondo apre le porte al pubblico, per chi è curioso di sapere cosa si nasconde “dietro le quinte”, nei magazzini dei musei e nei laboratori di restauro.

Curiosità: l’edificio ha 5 zone climatiche differenti e le opere non sono esposte per epoca o stile ma per necessità di conservazione.

MUNCH MUSEUM

Ha aperto a Oslo il Munch Museum, che oltre ai capolavori del Maestro ospiterà anche diversi progetti e mostre dedicate ad artisti contemporanei.

A inaugurare il Museo, la personale di Tracey Emin con una raccolta di opere realizzate dall’artista inglese nell’ultimo decennio, in dialogo con alcune opere di Edvard Munch.

Personale di Tracey Emin al Munch Museum

ARTE IN NUVOLA

In Italia, oltre alle fiere storiche tornate in presenza – Miart, Miart Photo Fair, Artissima – ha inaugurato a Roma dopo diversi slittamenti una nuova fiera d’arte moderna e contemporanea, “Arte in Nuvola”, un nuovo impulso per la ripartenza dell’arte nel nostro Paese.

Chi non c’è più…

Nel 2021 ci ha lasciato la grandissima artista libanese Etel Adnan. Saggista, poeta e solo negli ultimi anni anche acclamata artista, è scomparsa lo scorso novembre.

Voce di primo piano della cultura arabo-americana, Adnan ha realizzato opere che attraversano diverse culture e discipline, muovendosi con fluidità tra la scrittura e l’arte.

Resteranno inconfondibili i suoi dipinti geometrici-astratti di paesaggi (tramonti, montagne, valle) realizzati con coltellino, sempre in dimensioni piccole.

Etel Adnan, “Untitled”, 2014

Olio su tela, 27 x 35,6 cm

Lawrence Weiner, tra i massimi esponenti dell’arte concettuale, ci ha lasciati a dicembre / di recente.

L’artista ha iniziato a realizzare grandi installazioni a partire dagli anni ’60 e si è sempre concentrato sull’uso delle parole e sul loro significato, sull’interpretazione e percezione dell’opera da parte dell’osservatore.

Lawrence Weiner, “Spaccato”

Richard Rogers, pioniere del movimento hight-tech, architetto del Millennium Dome di Londra e del Centre Pompidou insieme a Renzo Piano, è scomparso lo scorso 18 dicembre.

 

Quest’anno ci ha lasciati uno dei nomi più noti della fotografia italiana.

Giovanni Gastel, oltre all’impegno nel mondo della moda, ha portato avanti una propria ricerca artistica culminata nel 1997 con la personale alla Triennale di Milano curata da Germano Celant.

Nel 2020 il Maxxi di Roma ha dedicato una mostra ai suoi celebri ritratti, 200 fotografie di personalità del mondo della cultura, dell’arte, della moda ma anche della politica, come il celebre ritratto di Barack Obama.

Un grandissimo maestro ed una persona speciale.

Sempre dove il mondo dell’arte si fonde con quello della moda.

Giovanni Gastel, ritratto di Barak Obama

GUARDANDO AL FUTURO

Alla 59ª Biennale di Venezia sarà Gian Maria Tosatti a rappresentare l’Italia.

È la prima volta che un solo artista si misurerà con lo spazio del padiglione ed è la prima volta che la Biennale sarà guidata da una curatrice donna, Cecilia Alemani.

 

Riassumendo:

C’è molta effervescenza nell’aria, nuove forme d’arte, grandi spese, molte nuove aperture, aste più forti che mai puntando sui nuovi trend.

Apprezzatissime le donne, BIPOC, emergenti e NFT. Questi ultimi non è ancora chiaro come e se si posizioneranno nel mondo dell’arte in futuro, ma le “superstars” di quest’anno hanno già firmato contratti con compagnie come UTA e altre agenzie di intrattenimento.

Chissà cosa ci aspetta nel 2022, di certo il mondo dell’arte diventa sempre più divertente.

Buon Anno!

 

*BIPOC: acronimo tratto dalla lingua inglese che significa “A Black, Indigenous, & People of Color Movement”.

 

Le sfumature dell’arcobaleno dell’arte sono infinite: scegliete la vostra preferita!