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Biennale

Biennale di Venezia

By Maggio 15, 2019Maggio 27th, 2019No Comments
Biennale di Venezia

La Biennale di Venezia, inaugurata nel 1895 su iniziativa di un gruppo di intellettuali, è la più antica esposizione biennale d’arte al mondo. È a partire dal 1930 che la Biennale, diventata ente autonomo dedicato alla promozione di nuove tendenze artistiche, inizia ad assumere il carattere multidisciplinare che la connota tutt’ora.

L’esposizione diventa fin da subito un’importante occasione di confronto tra i diversi Paesi e una prestigiosa vetrina per gli artisti chiamati a parteciparvi, un trampolino irrinunciabile che ha lanciato alcuni tra i grandi nomi che hanno fatto contribuito alla storia dell’arte.

Il numero delle nazioni partecipanti è sempre molto alto, quest’anno sono 90 e tra queste si annoverano anche alcune nuove presenze: Ghana, Madagascar, Malesia, Pakistan e la Repubblica Dominicana che partecipa per la prima volta con un proprio Padiglione.

La Biennale di Venezia è l’Esposizione che per eccellenza permette di conoscere e di mettere in dialogo in un unico luogo le correnti artistiche di tutto il mondo, in grado di accogliere artisti e appassionati d’arte provenienti da ogni parte del pianeta, anche durante un periodo storico difficile come quello che stiamo vivendo.

Non a caso il titolo di questa 58ª edizione curata da Ralph Rugoff, “May You Live in Interesting Times”, riprende proprio il clima di incertezze e di grandi sconvolgimenti che stanno segnando la storia mondiale.

Rugoff, curatore di numerose mostre di artisti internazionali come Carsten Holler, Ed Ruschka e George Condo, è l’attuale direttore della Hayward Gallery di Londra, galleria pubblica tra le più importanti della Gran Bretagna e ha inoltre curato la direzione artistica della XIII Biennale di Lione (2015).

L’interessante tema proposto da Ralph Rugoff ha permesso agli artisti di sviluppare diverse riflessioni sfociate in interpretazioni non solo socio-politiche ma anche più ampie considerazioni e nuove letture dei tempi che stiamo vivendo, attuando un’analisi che è specchio di un mondo sempre più in rapida evoluzione, sovraccarico di informazioni e caratterizzato da una tecnologia onnipresente, spesso alienante.

Non sono mancati temi dolorosi e purtroppo molto attuali, come la delicata questione dei migranti, dei conflitti militari in medio oriente – e non solo -, del razzismo e di tutto quello che rispecchia i nostri tempi e gli aspetti precari della nostra esistenza. Alcune opere proposte sono una interessante combinazione di pensiero critico e piacere estetico.

Un’edizione con molte proposte valide, che vede una forte presenza di artisti giovanissimi (la maggior parte è nata dopo il 1980) tra i quali figurano molte donne, per una Biennale fresca, effervescente e immediata.

La scelta di Rugoff di invitare solo due artisti italiani su 79 ha scatenato non poche polemiche essendo l’Italia il Paese ospitante, anche se non mancano nomi importanti del panorama mondiale dell’arte contemporanea, sono stati esclusi da questa edizione altrettanti artisti di livello non sono presenti.

Tra i molti padiglioni interessanti con proposte artistiche di alto livello il Leone d’oro alla migliore Partecipazione Nazionale è stato assegnato al Padiglione della Lituania con il progetto “Sun & Sea (Marina)”, che si è contraddistinto per una performance sperimentale caratterizzata da una sorta di tableau vivant, omaggio alla città di Venezia e al tempo stesso riflessione sulla fragilità dell’uomo e critica del tempo libero e delle abitudini contemporanee. L’opera è firmata da un trio artistico tutto al femminile: Lina Lapelyte, Vaiva Grainyte e Rugile Barzdziukaite.

Il Leone d’oro per il miglior partecipante alla Mostra Internazionale è stato assegnato ad Arthur Jafa (USA 1960), artista afroamericano che ha presentato il film “The White Album” (2019), una profonda riflessione sul tema razziale che intreccia violenze ai danni di cittadini neri a un diario intimo in cui compaiono amici e familiari dell’artista stesso. Jafa è presente anche negli spazi dell’Arsenale con “Big wheel and I” (2018), grandi sculture a forma di ruota catenata che hanno l’obiettivo di presentare il mondo dalla prospettiva di chi è nero.

L’artista ha esposto in tutto il mondo e in diverse mostre personali tra cui, solo per citare le più recenti, all’ICA di Boston (2018), alla Serpentine Gallery di Londra (2017), al MOCA di Los Angeles nel 2017 (città in cui Jafa vive), all’Hammer Museum (2016) e altrettante collettive di rilievo: MCA Chicago (2019), Moma di San Francisco (2018), Dallas Museum of Art (2017).

La sua definitiva consacrazione nell’Olimpo dell’arte è avvenuta nel 2017 con il film “Love is The Message, The Message Is Death”, video che parla dell’identità afroamericana.

Il Leone d’oro alla carriera è andato a Jimmie Durham (Arkansas, USA 1940), performer, saggista e poeta americano. L’arte di Durham spazia dal disegno alla performance, dal collage a sculture spesso realizzate con materiali d’uso quotidiano, e si contraddistingue per una denuncia alla futilità della violenza e dell’oppressione ai danni delle minoranze etniche. I suoi lavori sono caratterizzati da un approccio critico ma allo stesso tempo divertente, spesso accompagnati da testi divertenti e leggeri ma funzionali a una critica tagliente della società.

Per Durham è la sesta partecipazione in Biennale (l’ultima nel 2013) e ha avuto personali in musei di tutto il mondo tra cui l’Hammer Museum Los Angeles (2017-2018), al MAXXI Roma (2016), alla Serpentine Gallery di Londra (2015).

Tra le esposizioni internazionali citiamo, oltre alla Biennale di Venezia (Edizioni 1999, 2001, 2003, 2005, 2013), Documenta (1992, 2012), Whitney Biennial of New York (1993, 2003, 2014), Biennale di Istanbul (1997, 2013). Gli sono state dedicate importanti retrospettive al Museum of Contemporary Art di Anversa (2012), al Musee d’Art moderne de la Ville de Paris (2009), al MAC di Marsiglia e al Gemeentemuseum a L’Aia (2003).  Nel 2017 una nuova retrospettiva della sua opera dagli anni ’70 ad oggi è stata esposta all’Hammer Museum a Los Angeles, al Walker Art Center a Minneapolis, al Whitney Museum of American Art a New York e al Remai Modern a Saskatoon.

Il Leone d’argento per un promettente giovane partecipante alla Mostra è andato ad Haris Epaminonda (Cipro 1980), artista cipriota multimediale che si occupa di fotografia, video e collage. Nelle sue installazioni l’artista crea itinerari mentali attraverso l’uso di immagini, oggetti e testi in un delicato intreccio tra dimensione storica e personale. Epaminonda ha esposto in tutto il mondo, ultimamente ha partecipato a una collettiva all’Hammer Museum di Los Angeles (2018).

Menzione speciale al Padiglione del Belgio per il progetto “Mondo Cane” di Jos de Gruyter & Harald Thys che con i suoi fantocci meccanici impegnati in lavori tradizionali ormai scomparsi offre una visione alternativa e spietata dei rapporti sociali in Europa.

Menzione speciale all’artista e fotografa Teresa Margolles (Messico 1963) che nell’opera “Muro Ciudad Juárez, 2010” ha ricostruito un muro fatiscente proveniente da Ciudad Juárez, la città più violenta e sanguinaria del Messico, per accendere i riflettori sul tema del dramma delle donne coinvolte nel narcotraffico messicano.

Oltre ad essere stata protagonista di una personale al PAC di Milano nel 2018, Margolles ha esposto in monografiche al Museo d’Arte Contemporanea di Montreal (2017) e al Witte de With Center for Contemporary Art in Rotterdam (2018).

Menzione speciale anche per Otobong Nkanga (Nigeria 1974), artista nigeriana che si concentra sulla grande rilevanza che hanno i media nella politica della terra, all’interno di una riflessione più ampia che abbraccia gli aspetti precari dell’esistenza di oggi. L’opera “Veins Aligned” (2018) che attraversa gli spazi dell’Arsenale per più di 25 metri, costruisce un parallelo tra il concetto di territorio e quello di corpo, entrambi portatori di caratteristiche simili.

La Biennale di Venezia ha potuto contare su un budget di circa 13 milioni di euro totali ed è stata realizzata anche grazie al sostegno di alcuni sponsor, tra cui Swatch (partner della manifestazione), illycaffè (main sponsor)JTI (Japan Tobacco International)ArtemideVela-Venezia Unica e Seguso Vetri d’Arte, oltre al contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, le Istituzioni del territorio, la Città di Venezia, la Regione del Veneto, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, la Marina Militare.

In concomitanza con la Biennale sono molte le proposte parallele promosse dai vari Enti e Fondazioni del territorio che presentano mostre sorprendenti, non solo una cornice della Mostra Internazionale.

Tra le eccellenti esposizioni citiamo: “La Natura di Arp” al Guggenheim, Luc Tuymans a Palazzo Grassi, “Luogo e Segni”, collettiva di 36 artisti contemporanei alla Fondazione Francois Pinault a Punta della Dogana, gli spazi daelle Gallerie dell’Accademia sono dedicati a Baselitz, una retrospettiva su Jannis Kounellis è visitabile alla Fondazione Prada, mentre la più ampia retrospettiva degli ultimi anni su Alberto Burri è a Palazzo Cini.

 

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